Simone Zanchini - fisarmonica, electronics
John Patitucci - contrabbasso
Adam Nussbaum - batteria
Stefano Bedetti - sassofoni
Ratko Zjaca – chitarra el.
Perché un omaggio a Michael Brecker con una fisarmonica?
Per due principali ragioni: primo perché amo il jazz moderno e ricercato e considero Brecker uno dei suoi massimi esponenti, secondo perché, almeno che io sappia, nessun fisarmonicista ha mai fatto un tributo a Michael Brecker. Fortunatamente oggi ci sono molti bravi fisarmonicisti jazz o improvvisatori, molti dei quali eccellenti; a mio avviso però la maggior parte di questi sono quasi sempre legati e vincolati ad uno stile che attinge da quel background fisarmonicistico che ha a che fare con il tango, che si nutre di musette francese, oppure, quando va bene, appartiene ad un certo swing tradizionale . Purtroppo non ho la fortuna di conoscere fisarmonicisti padroni di un linguaggio jazz moderno, articolato e armonicamente complesso come quello che identifica Brecker. Da sempre lotto per affrancare il mio strumento da quella principale influenza stilistica che io chiamo “tanghite” (tango-mania). Da sempre lotto per tentare di essere un musicista che suona la fisarmonica e non solo un fisarmonicista, che sono due cose ben diverse per le mie orecchie! Ecco dunque il perché della scelta di realizzare un progetto tributo a Michael Brecker , un artista che ha fatto della modernità di linguaggio e della ricerca di un fraseggio armonicamente complesso la sua filosofia musicale. Inoltre, per dare ulteriore identità alla musica mi sembrava giusto coinvolgere una sezione ritmica che avesse calzato i palcoscenici del mondo insieme a questo grande artista, condividendo con lui esperienze musicali e di vita e contribuendo insieme all’evoluzione del linguaggio jazz moderno. Da qui la scelta di due grandi come John Patitucci e Adam Nussbaum. Adam, storico collaboratore di Brecker fin dalla prima band nel 1987 prese parte a molti importanti album come “don’t try this at home”,now you see it” e altri; Stessa cosa per John che ha suonato anche nelle ultime due registrazioni di Michael: " Wide Angles" e " Pilgrimage". Ci tengo a precisare, infine, che non si tratta di un tributo a Michael Brecker in senso filologico, infatti il disco è composto di sole composizioni originali e spesso molto contaminate anche di linguaggi provenienti da altri mondi musicali come quello del free-jazz, della musica contemporanea colta e di un certo tipo di Rock; nel tentativo di mantenere vivi freschezza musicale e desiderio di innovazione.
Simone Zanchini